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Con questa opera si dimostra e si sperimenta una certa fine in maniera indiretta: meglio vedersi morire e riscoprirsi in vita per il gioco letterario ed artistico in movimento, piuttosto che farlo per una quotidianità ferma e quasi mai rigenerativa. Così ci si libera di un certo peso dell'esistenza, per una fuga, un sollievo leggero e un rientro sereno e pieno, r-esistendo, esistendo di nuovo e di novità, precipitandosi e creando nell'atto immediato le prerogative per vedersi recuperati. Ri-generati. Sapendo da questo qui ed ora che ogni possibile futura affezione potrà essere curata, trattata, tratteggiata, corretta, riscritta, riparata, per questo "gioco al riparo", per il piacere-dolore di incidere, amare e vivere.