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La recente donazione alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna di ventisette grandi acquerelli di Luigi Vignali (Bologna 1914-2008) con rilievi architettonici del complesso di Santo Stefano detto delle "Sette chiese" riaccende il dibattito sulla più misteriosa architettura religiosa di Bologna, suggestiva per la varietà degli spazi, l'antichità delle origini, il tramando dell'affezione civica, la spiritualità esoterica e la mobilità delle luci nella successione di interni ed esterni; il tutto sul filo dell'inquietante ambiguità degli inganni dichiarati tra antico e moderno, vero e falso. Architetto, disegnatore, studioso e autore di saggi critici sugli edifici religiosi della città, Luigi Vignali si è dedicato nell'arco di oltre vent'anni all'elaborazione dei ventisette grandi acquerelli poi utilizzati nel volume sul complesso stefaniano, edito nel 1991, a sostegno figurativo della tesi largamente condivisa che vede nell'allineamento della chiesa del Santo Sepolcro, del cosiddetto Cortile di Pilato e della cappella della Croce l'intenzionale riproposizione del modello gerosolimitano dell'Anastasis, dell'Atrium/Calvarium e del Martyrium, quanto meno a partire dal tempo dell'abate Martino, agli inizi del secolo XI.