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L'Epiro, regione situata alle estreme propaggini della Grecia nord-occidentale e ai confini con l'Illiria meridionale, è caratterizzato da un popolamento sparso in villaggi e da un'organizzazione per piccoli ethne e comunità tribali maggiori (Caoni, Tesproti e Molossi) guidati da magistrati annuali o sovrani. In tale contesto, l'evoluzione in senso urbano dei principali insediamenti indigeni è un fenomeno alquanto tardivo che si compie tra IV e III sec. a.C., in coincidenza con l'affermarsi della cultura ellenistica. Con la formazione delle città si assiste anche al progressivo sviluppo e alla monumentalizzazione delle piazze e degli edifici civili, centrali per la vita associativa delle nuove comunità urbane, che raggiunge il suo apice negli anni a cavallo tra III e II sec. a.C., in seguito alla nascita del koinon degli Epiroti. La regione, tuttavia, fino ad oggi non è stata adeguatamente rappresentata negli studi sull'agora e l'edilizia pubblica greca. Il volume si propone di colmare tale lacuna ricostruendo l'evoluzione architettonica e funzionale dell'architettura pubblica civile in rapporto agli eventi storici e al quadro sociale, politico ed economico. Emerge così il ruolo di primo piano ricoperto dai centri urbani all'interno delle compagini "tribali" e dell'assetto politico federale della regione e si delinea un paesaggio pubblico che con le sue tipicità e i suoi tratti originali è perfettamente inserito nel quadro di una koine artistica e architettonica ellenistica condivisa in tutto il Mediterraneo.