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A partire dalla metà dell'Ottocento il fascino esercitato sui viaggiatori dagli scavi di Pompei fu puntualmente documentato dai fotografi che, numerosi, iniziarono a svolgere la loro attività tra quelle rovine cariche di storia. Le fotografie diventavano un apprezzato souvenir, un ricordo del Grand Tour in grado di restituire allo sguardo le vie e le case di quella antica città sepolta dalla furia distruttrice del Vesuvio. Nelle immagini scattate da alcuni tra i più importanti fotografi dell'Italia dell'Ottocento, da Sommer a Achille Mauri, fanno la loro comparsa anche i visitatori e tra questi, nel 1860, anche un ospite d'eccezione, Giuseppe Garibaldi. Le immagini di Pompei diventano quindi un modo per leggere, sotto una diversa angolatura, la storia del Risorgimento e lo spirito dei viaggiatori di quell'epoca.