Tab Article
Da oltre trent'anni le sei contee nordirlandesi sono tormentate da un conflitto etnico-nazionale tra due "segmenti etnici", cattolici e protestanti, malamente gestito da una delle più antiche democrazie del mondo (il Regno Unito), e che né il processo di integrazione europea né l'interferenza a singhiozzo dell'egemone americano (dietro pressioni della lobby irlandese-americana) sono riusciti a ricomporre. L'attuale congelamento del conflitto è solo apparente, la ripresa della guerra civile è tutt'altro che una remota possibilità. La momentanea pausa di violenza sembra essere più che altro la conseguenza della decisione delle organizzazioni paramilitari repubblicane e lealiste di non compromettere la propria causa nazionale ricorrendo ad atti di terrorismo in un momento in cui questi vengono massicciamente utilizzati da Al-Qaeda. Ma la situazione resta esplosiva. La ripresa dell'assetto istituzionale di tipo "consociativo-condominiale", attualmente sospeso, sembra essere, dunque, l'unica speranza.