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IL concetto di guerra è profondamente mutato nel corso del. Novecento. Oggi è più opportuno parlare di conflitti, intendendo con tale termine uno scenario più ampio dell'azione militare in senso stretto, così da tenere conto delle strategie deterrenti e terroristiche. Questo tema di tragica attualità è profondamente legato alla dimensione "globale" e alle caratteristiche mediatiche della nostra società, in quanto la percezione che abbiamo dei conflitti è filtrata e modellata dai mezzi di comunicazione. Muovendo dalla consapevolezza di fenomeni come La spettacolarizzazione della guerra e la manipolazione ideologica degli eventi bellici tramite la propaganda e i media, il volume intende analizzare Le modalità di rappresentazione dei conflitti nella contemporaneità, a partire dallo spartiacque della seconda guerra mondiale. Nelle sei sezioni in cui sì articola il libro - "Memoria e trauma", "Storia e finzione", "La guerra in Iraq: il discorso mediatico e istituzionale", "Nazionalismi e identità", "Strategie e linguaggi della paura", "Propaganda e censura" - studiosi di varie provenienze geografiche e disciplinari si confrontano, secondo una prospettiva comparata, nel tentativo di indagare sui dibattiti del presente e sulla memoria culturale del recente passato.