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Cosa hanno in comune i diversi modi di bere la birra, le scrivanie per dirigenti d'azienda, i colori del marmo, i materiali da costruzioni, le fotografia d'artista, i fumetti, le emozioni dei montoni, l'impaginato dei quotidiani, i progetti di architettura? Per l'autrice, fra i più lucidi e più aperti semiologi del Novecento, sono tutti oggetti di senso, dunque testi. Questo libro riunisce una fitta serie di scritti dispersi in riviste difficilmente reperibili e resoconti di ricerca, pagine di diario e corrispondenze ideali con amici e colleghi. Sono scritti tutt'altro che minori. Al di là delle destinazioni originarie, essi infatti appaiono come missive a tutti quei semiologi che hanno voglia di mettersi in discussione.