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Decisamente fuori moda, l'amore non effimero e incondizionato, qualora vi si incappi, per indole o per incidente, trasforma dapprima meravigliosamente la realtà, suscitando stupore, slancio vitale, fusione con il cosmo, incantato entusiasmo, mentre la favolosa illusione lascia intravedere un futuro condiviso e generoso, da spartire con gli altri, perché la grazia e la gioia fanno aprire gli occhi sul mondo e rendono altruisti; poi, con la sua fine subìta, l'amore svela il suo volto ingordo, pretende il tributo, e allora si presentano il baratro, l'incredulità, l'esperienza dolorosa dell'abbandono senza consolazione, fino alla negazione - in parte salvifica, in parte devastante - della realtà oggettiva. L'amore come esperienza totalizzante è una divinità potente che svela il privilegio e impone la condanna.