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Gesto poetico intimo e serico, delicato e potente a un tempo, quello di Lina Vannini. Un senso arcaico del Sacro e del Divino calato in grembo a una Natura non contemplata come un oggetto fra tanti da indagare, ma come una madre generosa troppe volte tradita da un falso progresso. I luoghi, le dimore, il paesaggio hanno echi di vita contadina e di un sapere antico, e divengono qui altrettante creature. Pongono quesiti queste vibranti poesie, che l'autrice rivolge a sé prima che al lettore, e le cui risposte risultano adagi di sapienza e saggezza di un'età in cui lo sguardo è sereno e al tempo inquieto, presago di qualcosa di veridico e dirimente circa la vita e i suoi passaggi.