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Festeggiamo il giorno in cui un bambino si alza per la prima volta sulle gambe, compiendo i suoi primi passi. Trascorriamo le nostre giornate muovendoci su due piedi, e mai ci verrebbe in mente di spostarci "a quattro zampe" come ogni altro animale. Ciò accade perché il nostro corpo è costruito per sviluppare fin dai primi anni di vita la postura eretta. Stare così, su due piedi, però, ci rende meno veloci e meno stabili rispetto ad altri animali. A prima vista si tratta di una scelta evolutiva sbagliata, che avrebbe potuto condannare l'uomo all'estinzione, ma in realtà ha innescato lo sviluppo di nuove abilità, dall'uso degli arti superiori per costruire e imbracciare strumenti all'invenzione del linguaggio, di fatto aprendo la strada alla nascita di caratteristiche specificamente umane come la compassione, l'empatia e l'altruismo. Jeremy DeSilva, paleoantropologo dell'università di Dartmouth, costruisce un racconto che ci riporta indietro di sette milioni di anni passando in rassegna studi scientifici e analisi fossili, fino a raggiungere il cruciale momento in cui l'uomo ha deciso di affrontare un cambiamento potenzialmente letale ed è diventato invece l'animale più strano, complesso e potente del pianeta. E spiega come camminare ci abbia trasformato, rendendoci davvero umani.