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L'Arcivescovo parla di un vera e propria emergenza spirituale: «Mi sembra che oggi sia diffuso un atteggiamento più incline alla rinuncia che alla speranza, a lasciare la terra incolta che a predisporla per la semina. Ho l'impressione che, insieme alla prudenza, alla doverosa attenzione a evitare pericoli per sé e per gli altri e danni al bene comune, ci siano anche segni di una sorta di inaridimento degli animi, un lasciarsi travolgere dal diluvio di aggiornamenti, di fatti di cronaca, di rivelazioni scandalose, di strategie del malumore, di logoranti battibecchi.» Mons. Delpini elogia chi è rimasto al proprio posto anche sotto la pressione della pandemia. Coloro che hanno fatto andare avanti il mondo: gli ospedali funzionano, i trasporti, i mercati, i comuni, le scuole, le parrocchie, i cimiteri, gli uffici funzionano. Un ringraziameto particolare a tutti gli operatori sanitari e socioassistenziali che con la loro competenza e dedizione affrontano la pandemia in prima fila. In questa occasione della festa del patrono della Chiesa ambrosiana, della città e della regione mi faccio voce della comunità cattolica per dire la nostra disponibilità e il nostro appello: sogniamo insieme, condividiamo con tutti il nostro sogno e la nostra visione, decidiamo insieme. Siamo alleati: questa terra, questa umanità ne hanno bisogno. L'Arcivescovo conclude così: «Voglio ringraziare, elogiare e incoraggiare quelli che si fanno avanti. Quelli che si fanno avanti e dicono: "Eccomi! Tocca a me!".»