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Scenari di guerra, cieli notturni, gambe di donna, prati estivi. Domande senza risposta, ricordi senza tempo, indagini senza prove, ipotesi senza riscontro. Una silloge nella quale si può trovare ostinata trepidazione, serena rassegnazione, ingenuo coraggio e dolore profondo. Ma soprattutto c'è riflessione costruttiva. Esplorando rimpianti e rifiuti si arriva - o perlomeno ci si avvicina - alla consapevolezza di sé stessi e del proprio inquadramento all'interno di un contesto più ampio, dell'universo e della civiltà, passando per i momenti in cui si sono incrociate le strade di alcune, decisive persone che in questi versi riprendono forma e vita. Il risultato di questa riflessione a volte è armonico, a volte conflittuale. Può finire con un sorriso, con una delusione, o con l'ennesima speranza tenuta scaramanticamente nascosta.