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"La mia battaglia cominciò il 5 giugno 1978, quando diventai madre per la prima volta. La mia gioia fu interrotta da qualcosa d'ignoto: giorni passati in ospedale senza aver risposte, mesi trascorsi tra ricoveri e camici bianchi guardando la mia fragile bambina dentro l'incubatrice. Ma quello fu solo l'inizio di un lungo cammino fatto di rinunce e amare consapevolezze, nella quotidiana lotta contro il mostro della malattia di mia figlia Cristiana, quello che scoprii chiamarsi Sindrome di Shprintzen-Goldberg, una malattia mentale rara, grave e degenerativa. Conobbi il senso di colpa, dell'errore e dell'abbandono quando negli anni Novanta vidi mia figlia trasformarsi in una "cavia da laboratorio", abbagliata dall'illusione di una sua possibile guarigione. Ma la malattia mentale, si sa, può essere capita solo se anche noi impariamo a respirare la vita con un pizzico di follia, di pazzia e di strategia in perfetto equilibrio sopra una trave instabile."