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Una storia che racconta le guerre che non smettono mai e lo stupore dell'essere umano nel trovarsi ogni volta in mezzo. Il fatto storico al quale si aggancia la narrazione, è l'annessione temporanea di alcuni comuni dell'estremo ponente ligure alla Francia, alla fine dell'ultima guerra mondiale. La storia si dipana attraverso tre voci: la piccola Giuliana, il padre Angelo e Memè, la nonna. Nella differenza di vissuto rappresentata da ogni voce, c'è la ricchezza dell'umanità che fronteggia il baratro. A cento anni dall'ultima grande guerra, all'autore interessava tornare a quel periodo per ricostruire una memoria comune e prendere in mano un altro strumento di lettura delle tante guerre che viviamo oggi. Racconta del suo territorio rispondendo a una globalizzazione che sembra spogliare di senso l'essere "locale", convinto che nel confronto tra locale e globale ci sia la radice di ogni cultura.