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Ogni libro di poesia di Leonardo Magnani risveglia ed eccita piacevolmente, costringe a percorrere vie non battute, in un tempo in cui, anche per la poesia, ci si preoccupa più di come apparire poeti, che di esserlo in proprio, scegliendo ciascuno il modo più proficuo di appartenere a una cordata piuttosto che a un'altra, a un modo di essere e ad una convenzione, piuttosto che ardire, semplicemente, a diventare. Ogni opera di Magnani si caratterizza per una singolare forza di verità e schiettezza che trova sempre le parole adatte per dirsi, ricorrendo, ad esempio in questo libro ultimo, a una metrica scandita nella sua magrezza e secchezza canzonettistica e ribalda. Quello che la sua poesia, nella sua ormai decennale presenza, ci viene a dire consiste nel carattere incendiario del vero, nel guizzante e arduo dire di una parola sempre al margine fra amore e rabbia, i due elementi puri di ogni poesia degna di questo nome.