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"Urti e canti" è una raccolta poetica in cui le idiosincrasie, nevrosi ed esaltazioni dell'autore, Enrico Le Pera, sono esposte al lettore come in una mostra delle atrocità di cui vittima è essenzialmente l'identità dello stesso autore. Si instaura un conflitto continuo con la parola, un gioco d'azzardo al rialzo, o al ribasso, dove la posta in palio diventa la comunicabilità della vita. Si mescolano registri diversi, luoghi diversissimi (Crotone, Roma, Torino, Los Angeles) dove Le Pera ha vissuto, luoghi che ha amato e in cui si è scontrato con il reale, sperando che da questi scontri, da questi urti scaturisse un senso, un ritmo, una frattura (come dall'emicrania di Giove si genera la bellicosa Minerva). Anche i suoi numi tutelari (Landolfi, Rebora, Pirandello e, ancora, Majakowski, Palazzeschi, Baudelaire) vengono fagocitati da questa ferocia lirica che non risparmia nessuno. Ne resterà un residuo melodioso? Un accenno lirico? Una massa guasta che riesca a sciogliersi in canto?