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Ostro è il nome del vento che soffia da sud, ma anche quello di un manager affermato che si ritrova a cinquanta anni intrappolato in una causa che non sente più sua. Pianificatore, ossessionato dalla produttività e dal controllo, escogita il modo per uscire da quella gabbia ma viene anticipato dall'azienda che lo licenzia. Senza perdersi d'animo coglie l'occasione di fare il viaggio della vita: attraversare le riserve indiane d'America, terra di origine di sua madre, sperando di ritrovare la connessione con lo spirito dei suoi avi che da ragazzo gli aveva parlato. Nella magia di quei luoghi, non trova solo ciò che si aspetta, ma molto di più: fa esperienza della dimensione umana che trascende il visibile e ci lega all'infinito. Assapora la gioia di dire "non lo so" e la fiducia di attraversare l'ignoto, libero dal bisogno di avere bisogno, vivo come il vento.