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Filippo, un ragazzo che emigra nella Torino degli anni Settanta per fare il muratore, incontra Mario, un giovane dagli occhi verdi e col giornale in tasca che gli cambierà per sempre la vita; insieme a lui verrà presto risucchiato dai fermenti della contestazione operaia. I giorni e gli anni passano senza contarli tra gli spietati match di Monzón e gli entusiasmanti comizi di Berlinguer, tra i viaggi in treno che riportano a casa e quelli che invece allontanano inesorabilmente. Non basta una vita sola per rimettere le cose al proprio posto, per trovare se stessi e smettere di partire, perché la speranza alimenta un desiderio insaziabile di trasformazione e di giustizia. "Rossocolore" è vita che scorre in un fluire apparentemente casuale e beffardo, è migrazione, è il primo amore, è lotta, è l'amico del cuore - quello che resta al di là dell'infanzia, al di là della vita stessa - è rabbia, pugni chiusi, parole taciute, è riscatto, è libertà.