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Per alcuni conoscitori il nome di Sebastiano Carta è quasi leggendario. Sembra di poterlo individuare come esempio dell'artista che "è", incurante d'un qualsiasi dover essere legato alle mode artistiche e al trascorrere dei linguaggi - l'artista che produce con la naturalezza con cui si respira, che non si preoccupa di obblighi e convenienze, e per il quale infine l'arte coincide con la vita e la vita con l'arte. Nel presente volume si documentano due suoi quaderni della fine degli anni Sessanta, "Barbaresco. Manifesti settari 1929-1969" e "Brevi manifesti settari 1929-1969", appartenuti all'amico violinista e pittore Umberto Spironello. Testimonianze quindi d'una produzione tarda, eppure coerente con gli esiti delle prime fasi, apprezzati dall'ambiente romano in cui Carta appariva come un singolare e in un certo senso inafferrabile protagonista.