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Una tempesta di neve d'inusitata intensità e durata si abbatte sull'Oasi della Quiete, un isolato albergo in montagna dove è riunito un gruppo di amici per celebrarvi la fine dell'anno. Lo straordinario evento meteorologico ha un esito tragico, l'albergo viene stretto in una morsa di ghiaccio che rende impossibile una sortita o l'intervento di soccorsi. In pochi riusciranno a salvarsi. La forzata segregazione e l'angoscia per l'incerto destino mettono a nudo caratterialità e debolezze rivelando un quadro di ipocrisie e opportunismi che costituivano il tessuto connettivo del gruppo. In questa situazione un impensabile assassino tesse la sua tela di ragno. "Il capobranco" è un noir psicologico. Introspezione in un definito segmento di antropologia urbana, i cui valori si identificano con quelli della "liquidità" baumaniana nella ricerca sistematica di occasioni e mezzi di svago e intrattenimento. Metafora anche della deriva del collante-fiducia nel corpo sociale come causa e a un tempo conseguenza del vuoto di potere politico.