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«Le scelte avvengono sempre più per calcolo della convenienza che per impeto appassionato... Prima di calare il sipario sulla loro millenaria rappresentazione, è il caso di recuperarne i residui»: Silvio Maria Rocchi raccoglie l'invito di Silvia Vegetti Finzi e ci invita a un pellegrinaggio tra le più importanti attestazioni letterarie sul tema della passione d'amore, dal mondo classico a quello contemporaneo. La narrazione non può che prendere le mosse dalle tragiche passioni di Elena, Penelope, Saffo, Afrodite, Fedra, Medea, Didone; di un eros che si fece filosofo e di una filosofia che si fa morale. Attraverso la gaudente misoginia della poesia latina, Silvio Maria Rocchi conduce il lettore tra le multiformi febbri d'amore del Medioevo, tra l'amor profano per Isotta ed Eloisa e l'amor sacro delle voci mistiche e ancora avanti, nell'età moderna, con i guasti, invece, della passione di sé: Don Giovanni, i cercatori di infinito, il nuovo Prometeo, eroine e donne romantiche. Nell'ultima parte emerge il senso del titolo del libro, C'era un tempo la passione d'amore, perché quella contemporanea è la stagione dell'impossibilità, con le vicende complesse e infelici della Blixen e della Lara di Pasternak. Epilogo amaro, dunque, di un viaggio affascinante alla riscoperta di autori e testi riletti alla luce dei moti del cuore.