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Piazza Libertà. Luogo archetipico, carico di memorie per l'autore ma insieme anche spazio aperto alla natura e al mondo, ideale approdo di un'umanità solidale e ricomposta nella sua dimensione sociale e nel contempo emblema di libertà, punto di partenza per un cammino meraviglioso senza alcun fine che è il cammino stesso, perché "la meraviglia del viaggio/ è la vera meta". È da questo ideale punto di partenza e di arrivo, da questo epicentro tematico e poetico che Alberto Costo Lucco accoglie il lettore e lo conduce in un viaggio emozionale all'interno dell'animo umano e nel contempo con una forte, connaturata apertura alla meraviglia della natura, nel quale le risposte alle domande di senso non sono altro che "un albero, un fiume/ lontano che scorre". Arcadia ingenua si potrebbe dire, ma non è così perché l'autore sa bene quanto in questo mondo alla rovescia (anche graficamente immortalato nella poesia omonima) l'indifferenza miope degli uomini sia in grado di rompere quest'armonia universale, tanto da fargli desolatamente affermare: "Non di freddo/ è ammalato questo tempo". Se dunque la ragione fredda e calcolatrice è muta e impotente di fronte al meraviglioso mistero della vita, ad aprirci la via sarà, pascalianamente, il cuore o meglio "il sentimento/ che vita accoglie". Allora, e solo allora, "torneremo a sentirci vivi." E come è il sentimento e non la ragione a condurci in questa magica e misteriosa Piazza Libertà, è solo abbandonandoci alla melodiosa voce di questa poesia,procedendo secondo il suo ritmo, assecondando il suo tono che potremo gustarne l'armonia e la pregnanza.