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Un oscuro verseggiatore del secondo millennio ha scritto che il mondo gira fra l'orrido e il faceto. Lo stesso vale per Sharon. Tuttavia questa quindicesima narrazione è ben lontana dall'orroroso estremo della seconda, che ha tentato il record universale del disgusto, riuscendo nel vomitevole come anatema omeopatico - sempre contro la perversione moderna. D'altra parte Johan Huizinga in "Homo ludens" teorizzava che il gioco è essenziale per la società e l'umanità: è necessario per generare cultura. E come non citare il callido Richard Millet: "Uno spettro ossessiona la letteratura: il romanzo, diventato a tal punto egemonico che tutta la produzione letteraria sembra doversi ridurre a esso. Nello specifico è il romanzo internazionale, insipido, senza stile, immediatamente traducibile in inglese o tradotto dall'inglese, l'unico oggetto di una letteratura senza altra storia se non il gioco dei suoi simulacri, dei suoi plagi, della sua moneta falsa". Tutte cose da tenere presenti leggendo questo mistero delle scarpe che si dipana nei luoghi della Padania.