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Ippolito, figlio di Teseo, non ama le donne. Nemmeno gli uomini. È contrario al matrimonio. Non partecipa ai riti sociali. È vegetariano. Pacifista. Non vuole impegnarsi in politica. Devoto a una sola dea, Artemide, Ippolito è un eversivo. La passione per i luoghi selvaggi si scontra con altre passioni: quella di Mirto per lui, quella di Siria per Mirto, quella di Fedra per lui. Sarà questa a essergli fatale. Ippolito è un disobbediente, un trasgressore, un ribelle. Ma la sua proposta di vita alternativa viene soffocata sul nascere. Il padre Teseo lo vuole ad Atene nonostante che sia figlio dell'amazzone Antiope, una straniera odiata dal popolo. Vuole farne il protagonista del suo progetto politico imperialista. Ma Ippolito odia il padre. La nuova moglie di Teseo, Fedra, ha un piano segreto per restituire a Creta la supremazia perduta. Si innamora di Ippolito e la passione sfrenata la porta al delirio. Per difendere il proprio onore, non le resta che infamare Ippolito, dopo che lui ha rifiutato le sue profferte con disprezzo. Ippolito non ha un luogo dove andare, non ha nessuno che possa salvarlo dalla voracità del mondo. Un mondo che si è illuso di potere ignorare, essendosi votato a un'utopia infantile. A lui la vita non ha niente da dare. Non gli resta che morire.