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Ci sono momenti dell'esistenza in cui abbiamo un solo dovere: lavorare alla materia grezza delle inquietudini, dei desideri, dei sentimenti lasciati in sospeso; riempire le crepe o almeno avvicinarvi l'occhio per osservare se vi passi una luce e, se vi passa, afferrarla. Che l'occasione venga da fuori o si imponga da dentro, prima o poi sentiamo come necessario tale dovere verso noi stessi, verso una vita vera e profonda. Coprifuoco è il tentativo di rispondere a ciò con la forza delle parole, col prodigio trasformatore della poesia. È la cronaca di questa chirurgia dell'anima che esplora i suoi strati amari, il suo sentire, i suoi attriti con la contemporaneità; che tenta di approdare a nuove visioni dissezionando le ombre; che tenta di cantare anche sul tavolo freddo di un tempo ostile.