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I ricordi, spesso, sono come i battiti ossessivi del nostro cuore: non si colorano della luce dell'aurora né portano la serenità del tramonto, ma, spesso, risvegliano il dolore e la rabbia che celiamo dentro di noi. Non possiamo liberarcene, né vogliamo liberarcene e, forse, neanche dobbiamo liberarcene, perché saremmo come una silenziosa e vecchia quercia senza radici. In questi racconti riaffiora l'angoscia di ciò che non possiamo più cambiare, perché ormai costituisce il nostro essere e tiene in suo potere la nostra vita: il presente con le sue paure e il futuro con le sue inutili illusioni.