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Vanja Kova?evi?, paziente della stanza 19, inizia il suo monologo davanti allo psichiatra rievocando il suo diciannovesimo compleanno, il giorno in cui come regalo gli misero in mano un fucile, per toccare molti punti chiave della sua infanzia, della crescita, della guerra, della paternità, della sopravvivenza e delle uccisioni. Ed è quel contrasto tra le terrificanti confessioni del Vanja soldato e i teneri ricordi del Vanja dei tempi pre-bellici a mettere in evidenza un intero universo di possibilità che gli sono state tolte per sempre. Come in una macchina del tempo, Vanja ripercorre quella vita che è cosciente di non poter mai più riavere.