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C'è un filo invisibile capace di unire ancora l'Inghilterra del football. Passa per i suoi stadi storici, quelli che restano annodati al cuore della propria gente. Il libro segue un itinerario che resiste all'avanzare del tempo, laddove il football ground coincide ormai con l'essenza del quartiere, aggrega intere generazioni della stessa città attorno a un'unica squadra. Ci sono Portman Road a Ipswich (1884), Ashton Gate a Bristol (1887), St James' Park a Newcastle (1892), Old Trafford a Manchester (1909), Highbury (1913), che da Londra in realtà non se ne è mai andato, e l'eccezionale singolarità di Nottingham, dove City Ground (1878) e Meadow Lane (1910) se ne stanno adagiati sulle rive del fiume Trent a guardarsi ad appena 275 metri di distanza. "Città stadio" è un pellegrinaggio nel cuore di ogni quartiere, per andare a caccia delle origini, delle storie più nascoste, di appassionati che hanno trasformato quegli impianti in una seconda casa, chiudendo a chiave dentro di essi partite da tramandare ai posteri. Come meteore sono passati calciatori, allenatori, avversari, presidenti e intere stagioni, ma gli stadi storici resistono ancora, sono veri e propri reduci rispetto a calamità, guerre ed esigenze di modernità che non risparmiano nessun ambito. Eppure ci sono ancora e "Città stadio" va a scavare nella loro esistenza per raccontare ciò che custodiscono. Prima che sia troppo tardi.