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Se un giorno non fosse entrato in sezione per diventare arbitro, oggi farebbe ancora il mestiere che ha imparato da bambino andando a bottega da suo padre: insieme hanno girato le valli della Bergamasca per restaurare chiese, da piccolo era lui a preparargli gli scalpelli, le spazzole e la gommalacca. E magari nel tempo libero giocherebbe ancora a basket, la sua vera passione: la pallacanestro gli ha fatto incontrare gli amori della sua vita, Daiana e la Fortitudo. Il calcio è arrivato piano piano, con le figurine Panini che trovava nella tasca di papà, e poi è diventato molto di più. Quella di Paolo Mazzoleni è una storia sorprendente, fatta di cadute e di forza, di momenti complicati e di successi, di perdite laceranti e di passione, di insegnamenti che solo l'essere arbitro può dare. La regola 18 non esiste sui manuali: è semplicemente il buon senso. Una storia che si è illuminata con la nascita molto attesa ma inaspettata di Riccardo, il suo bambino, la sua vera ragione di vita.