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Con testi di Nicoletta Ferrario, Matteo Gambaro, Angelo Mangiarotti Angelo Mangiarotti, designer, architetto e scultore, che profondamente ha segnato il panorama culturale del secondo dopoguerra, ha una produzione caratterizzata da soluzioni molto diverse tra di loro, frutto di una ricerca continua e instancabile. Il suo approccio critico e speculativo, volto alla ricerca di un linguaggio architettonico non necessariamente legato alla funzione, trae la propria forza e unicità dalla tettonica dell'assemblaggio e dalla modularità, intessendo dialoghi reali (o figurati) con personaggi come Konrad Wachsman, Fritz Haller, Max Bill e Jean Prouvé. Nella sua ricerca architettonica condotta in modo individuale, forse a tratti solitaria, si legge la stessa attenzione e il medesimo approccio che dimostra verso gli oggetti di produzione industriale, ricercando forme sobrie ed elementari, in grado di travalicare differenze di scala, di funzione e di materiali.