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Stefania è già madre di tre figli. Desiderati. E anche l'annunciarsi di Elia non la coglie di sorpresa. Il verdetto dell'amniocentesi, invece, le piomba addosso al quinto mese di gestazione. Inatteso e inespugnabile: Sindrome di Down. Un abisso di incognite e paure si spalanca tra cuore e mente, e mentre il primo urla vita, la seconda la rinnega. Un perenne alternarsi angoscioso di emozioni. Contrastanti. Fortissime. Devastanti. La mamma che in lei prevale sceglie la vita. Nonostante tutto. Elia, figlio speciale, nascerà. Apparentemente si placa l'abisso, ma dal profondo riemergono sovente umani timori per quella creatura, già da "prima" segnata dalla diversità. La Fede che tenace la accompagna è aiuto alle sue notti insonni. Ma Dio ha un altro "disegno" per Elia e per la sua famiglia. Un altro verdetto, ancora più inesorabile del precedente: morte in grembo. E con essa, paradossalmente, nasce in lei la consapevolezza. La diversità non esiste, la creiamo noi tutti, con giudizi e pregiudizi. La diversità è umana, non divina. Dio non dona persone diverse, dona persone da amare. Così, del breve ma intenso passaggio di Elia tra noi, "solo" questo rimane: Amore.