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Si può essere clandestini trasferendosi a pochi chilometri dal proprio paese d'origine? Lo sradicamento di una migrazione lo si percepisce anche spostandosi di poco, forse perché la clandestinità è una dimensione esistenziale fatta di abbandoni di luoghi sicuri che ci conducono verso l'ignoto e l'inevitabile senso di precarietà e solitudine che tutto ciò porta con sé. Anche il progresso, con la sua folle corsa non fa che gettarci continuamente nella precarietà della clandestinità. L'unica salvezza è coltivare il "paese" che è dentro di noi, la memoria delle nostre radici. Ne Il paese clandestino l'eco di tutte queste sensazioni diventa pietra angolare nel racconto di un giovane che vede la sua vita sfuggire via in un contesto di provvisorietà. Un romanzo ambientato in Sardegna, che potrebbe però rappresentare benissimo tutte quelle porzioni d'Italia che il consumismo, il modernismo sfrenato e la rincorsa di falsi valori ha profondamente mutato.