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Il grande affresco di Antonio De Rossi su "La costruzione delle Alpi", iniziato con la pubblicazione del volume "Immagini e scenari del pittoresco alpino (1773-1914)", trova ora pieno compimento in questo nuovo volume dedicato al modernismo alpino (1917-2017). L'opera rappresenta un inedito sguardo sull'universo delle Alpi, indagato nel suo emergere come autonomo soggetto di storia e inteso come l'insieme delle sue componenti materiali e simboliche, delle sue "trasformazioni" e delle sue "rappresentazioni" nel corso di un processo che dal Settecento giunge fino ad oggi. Lo spazio montano è qui analizzato a partire dai due fenomeni che ne hanno occupato la scena durante il Novecento: da un lato, l'esplosione del turismo, con i suoi processi di infrastrutturazione e urbanizzazione, con l'invenzione delle stazioni invernali e dell'architettura moderna alpina, con il consumo sciistico e automobilistico della montagna e la nuova idea di salute e di organizzazione del tempo libero; dall'altro, lo spopolamento, con la dissoluzione dei modi di vivere storici e l'abbandono delle aree vallive, e con il tentativo di determinare nuove funzioni e progettualità. Al centro della scena, nella fase ascendente, l'immagine e le pratiche di quello che l'autore definisce il modernismo alpino, con la creazione di una nuova e inedita civilizzazione d'alta quota, strettamente connessa alle città fordiste della pianura, che appare configurarsi come una declinazione specifica.