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L'incredibile storia di questo libro comincia nel novembre del 1817, quando Napoleone, in esilio a Sant'Elena, riceve un manoscritto anonimo dalle mani del nuovo comandante inglese dell'isola. Redatto in prima persona, il manoscritto raccontava tutta la vita dell'eximperatore, dalla nascita fino alla battaglia di Waterloo. Una falsa autobiografia, precisa ma ambigua nei toni, che Bonaparte sembra tuttavia apprezzare: la legge, la modifica in alcuni passaggi, aggiunge delle note. Sull'isola la piccola corte del grande esiliato si dedica al gioco di "chi è l'autore?": si sospetta Madame de Staël, perfida avversaria di Napoleone; o forse Pierre-Louis Roederer, già seguace di Danton; o magari Frédéric Lullin de Châteauvieux. Nel libro il Generale si racconta ambizioso e avido di potere, determinato fino all'eccesso, ma anche geniale, fedele ad alcuni ideali rivoluzionari, riformatore attento della struttura dello Stato. Per questo, probabilmente, il vero Napoleone accettò le ambiguità del manoscritto e fece di un apocrifo la sua "vera biografia".