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«Dopo aver letto quest'ultima fatica di Francesco Fiumara, parafrasando Benedetto Croce, non possiamo non dirci di Serrata. Accade, infatti, che si generi un'empatica partecipazione alle vicende storiche, civili e politiche che hanno caratterizzato questa piccola comunità nei secoli. Sullo sfondo si staglia un'ispirazione etico-ideale, quello di rispondere alle istanze del futuro, che ha sempre le ali aperte, pronto a spiccare il volo. I destinatari? In primis i cittadini di Serrata; di riflesso la generazione che ha vissuto la diaspora dell'emigrazione (uno di questi è proprio l'autore), insieme a quella radicata stirpe che ha vissuto e che vive l'esperienza della "restanza". Ma il suo pensiero va soprattutto alle nuove generazioni, con un messaggio: per essere cosmopoliti è necessario portare nel cuore un "villaggio vivente nella memoria". Anche Francesco Fiumara porta con sé un'anima politica e culturale cosmopolita. Ma nei suoi esili ha sempre custodito il natio borgo: "Per noi che siamo nati in questa terra, questo pugno di case che ci richiama eventi, figure, riti e miti collettivi è divenuto il nostro luogo della memoria. Da qui nasce quel profondo rapporto che ci lega ad esso e che va oltre le mere ragioni materiali, ma tocca le più misteriose corde del cuore". Chi si concederà il privilegio di leggere queste pagine, si accorgerà che il libro è stato scritto prima con il cuore e poi con la testa, perché sentirà il respiro che dà vita e vivrà l'esperienza che trasumana dalla laboriosa ricerca...» (Dalla Prefazione di Nicola Rombolà)