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Terzo libro della trilogia di "100 ballate... In una stanza" ispirate ad alcuni proverbi calabresi, "legati alla crucolitudine" dell'autore, riguardanti le problematiche del tempo e del lavoro, porta indietro in luoghi e in momenti lontani e apre nuovi orizzonti che propongono Crucoli, con la sua cultura, non solo contadina, ancora una volta protagonista e capace di una rinascita che si nutre del senso di appartenenza a questa terra, espresso e dichiarato sempre da Barberio, uomo di scuola, scrittore, ricercatore e poeta, anche e soprattutto, con la rivalutazione del dialetto e il ricorso ai proverbi. Modi di dire, consigli, ammonimenti degli avi che incidono per brevità e trasposizione simbolica, ispirano e fanno ballare al ritmo di suoni antichi in "stanze", luoghi di incontro e confronto virtuali che possono diventare reali per la forza e la potenza dei contenuti, delle idee, dei messaggi, degli insegnamenti utili per un rinnovato meridionalismo che non sia solo poetico e letterario.