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Questo libro racconta in forma letteraria e teatrale la storia di Giuseppe Zangara, nato a Ferruzzano, in provincia di Reggio Calabria, nel 1900, all'interno di una famiglia che viveva in un'area molto povera del nostro Paese. Emigrato negli Stati Uniti, come milioni di altri calabresi a cercar fortuna, Giuseppe non riuscirà tuttavia nell'intento. La condizione di sostanziale infelicità che lo accompagnerà lungo il corso di tutta l'esistenza, lo convincerà perciò che il mondo è dominato solo dai ricchi e dai capitalisti, pronti ad approfittare della gente povera e sfortunata. Per questa ragione deciderà di assassinare il Presidente degli Stati Uniti, Franklyn Delano Roosevelt, massimo rappresentante, a suo avviso, del capitalismo mondiale. Nell'attentato teso a Miami all'uomo politico, sbaglierà però bersaglio ferendo il sindaco di Chicago, Anton Cermak, che in seguito morirà. La circostanza farà finire Giuseppe Zangara sul1a sedia elettrica. Il calabrese verrà giustiziato nella prigione di Raiford nel 1933. Pure nel momento della esecuzione, quest'uomo mostrerà una dignità e un coraggio senza eguali denunciando pubblicamente le ingiustizie subite nel corso della vita; egli spirerà inneggiando a tutti i poveri del mondo. La sua vicenda è ricostruita in questo volume sulla base del diario che il condannato scrisse nei giorni di detenzione. Nel racconto sia letterario che teatrale vi sono elementi di fantasia e personaggi che arricchiscono le vicende di colore e di sfumature.