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"Liberandisdòmini" descrive un mondo in cui le atmosfere del realismo magico si fondono con le ambientazioni locali creando un universo parallelo insieme lontano e vicino, veritiero e incantato, dove non succede niente e invece succede tutto e altro ancora, ma lo stesso tutto può rivelarsi niente, ignoto al tempo e alle geografie terrestri e come tale destinato a scomparire per sempre. Mambrici, a cavallo tra Ottocento e Novecento, è un paese immobile nel tempo e nello spazio. Un paese sconosciuto alle carte geografiche, ma di cui si può ritrovare senza difficoltà la strada; un paese dove il capo della "maffia" cerca un proprio riconoscimento e un posto tra il "nobilume" locale, le decisioni importanti vengono prese dai galantuomini riuniti in perenni conciliaboli presso la farmacia del paese, e la povera gente continua a farsi curare il corpo e la testa dalle magare coi loro intrugli e le loro pozioni. Tra siccità e carestie, morti ammazzati e possibili epidemie di colera, non mancano i tentativi di "resistenza socialista". Il distruttivo terremoto del 1905 segna la fine di Mambrici, dei suoi protagonisti e della storia.