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Pigro, demodé, vegano ma non troppo (un paradosso per un calabrese), il suo massimo sforzo fisico è la digitazione sulla tastiera del computer e lo spoglio di un libro giallo. Eppure Luca Fazio svolge bene il suo lavoro da cronista di nera, lo fa con passione e dedizione, a patto che i tempi restino quelli letargici di Elpìde. Un'accelerazione nella sua vita sarebbe devastante. Ma il delitto perpetrato nel cimitero della cittadina sconvolge questo ordine sonnecchiante, costringendo Luca a interessarsi alla soluzione del caso, suo malgrado. Le indomite e fallibili paranoie di cui è vittima lo porteranno a essere inghiottito dai contorni della vicenda, spingendolo a elaborare decine di ipotesi nella sua mente in perenne movimento e in errore costante. Fazio subirà se stesso, ne sarà vittima, fino all'inaspettata soluzione finale. Sullo sfondo diversi personaggi, spruzzate di folclore calabro e mediterraneo, capaci di dare vita a un quadro d'insieme bizzarro e divertente ma, allo stesso tempo, realistico e fatalista.