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"La scrittura - dichiara il Nostro - per caratterizzarsi come la più alta educazione alla vita, deve essere ontologica: presenza e rappresentanza dell'icastico dolore e della speciosa gioia; della sacralità degli affetti familiari; di memorie su progetti smarriti e rimpianti rinati, su rapide cadute e lente rialzate; della vibrante partecipazione a malattie e a povertà dei contigui; dell'invito all'ascolto e alla solidarietà, non transitante e transeunte; del grido di esigenza e di attesa costante della pace universale; della sosta pensosa sulla vita apparente e sulla morte costante, che interdice il tempo all'uomo e apre al varco dell'Eternità".