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Analizzare cause ed origini del permanente stato di disagio socio-economico della società calabrese, dovrebbe essere un compito da affidare non solo alle istituzioni, ma anche alla vasta platea di intellettuali e critici la cui opera di divulgazione viene ignorata o addirittura repressa. Forse potrebbe apparire evidente che il problema più grave è l'inerzia sociale con la quale si affronta (o non si affronta) la "questione meridionale" e calabrese in particolare. C'è mancanza di reazione. C'è amarezza, scetticismo, ma non c'è proposta di soluzione. Una sorta di fatalismo, un malessere sottile e impalpabile pervade tutti e tutto. In Calabria, dove i senza lavoro sono un esercito, è poco esercitato perfino lo sciopero, lo strumento che costituisce l'unica arma di difesa dei propri diritti.