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I parassiti sono piccoli organismi in grado di vivere all'interno di varie specie e, come rivela Kathleen McAuliffe, riescono a manipolare il comportamento del loro ospite. Per esempio orchestrano l'interazione tra predatori e prede. Con sorprendente precisione, possono spingere i topi ad avvicinarsi ai gatti, i ragni a trasformare gli schemi delle loro tele e i pesci ad attirare l'attenzione degli uccelli che li cacciano. Nemmeno noi umani siamo immuni alla profonda influenza dei parassiti. Si ritiene che i microrganismi trasmessi dagli animali domestici siano in grado di modificare i tratti della nostra personalità, contribuendo a comportamenti imprudenti, impulsivi e persino autolesionistici. Inoltre, i microbi nel nostro intestino influenzano i pensieri, le percezioni, le azioni e il funzionamento delle sinapsi nel cervello. I condizionamenti che Kathleen McAuliffe descrive nella sua indagine avvengono anche a livello culturale. Per esempio, il timore subconscio del contagio influenza praticamente ogni aspetto della nostra vita, dai comportamenti sessuali alla moralità, fino alle opinioni politiche. Il terrore della contaminazione è una difesa evoluta contro i parassiti, certo, ma è anche alla base delle grandi divisioni che tuttora persistono nelle società. I parassiti sono come un passeggero invisibile che prende in mano il volante a nostra insaputa, sterzando a sinistra quando vogliamo svoltare a destra e premendo l'acceleratore quando vorremmo rallentare.