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Norman Manea, da molti ritenuto il massimo scrittore romeno contemporaneo, è nato nel 1936 a Suceava, in Romania, nella regione multietnica e plurilingue della Bucovina. Di famiglia ebraica, all'età di 5 anni, durante la seconda guerra mondiale, fece l'esperienza del lager insieme ai suoi parenti. Da adulto patì poi sotto il regime comunista insediatosi nel suo Paese dopo la guerra, tanto da riuscire a dedicarsi a tempo pieno al lavoro di scrittore solo a partire dal 1974. Finalmente, nel dicembre del 1986 lasciò il suo Paese per l'esilio. Dopo un soggiorno di un anno a Berlino Ovest e un breve transito a Parigi, si stabilì negli Stati Uniti nel 1988 e l'anno successivo entrò come "Academy Fellow" al Bard College, dove divenne poi professore nel 1992. Questo libro ripercorre la vicenda esistenziale e alcuni testi fondamentali dell'opera di Manea seguendo il filo del suo profondo attaccamento alla madrelingua romena, rifugio e garanzia per il suo senso di identità sia in patria sia, a maggior ragione, nel contesto dell'esilio.