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Lucio, un ragazzo chiuso e scontroso che viaggia solitario sulla sua moto. Ambra, una bella e provocante cubista. Un gruppo di ragazzi di borgata che vivono le loro avventure fra night-clubs e locali notturni. E un giovane professore che non si rassegna alla perdita di valore dell'insegnamento nella società moderna. Questi e altri personaggi animano la vicenda di "Sole Nero", sceneggiatura per un film da farsi, che si inserisce in un filone che ha le sue radici in certo cinema italiano del passato (Pier Paolo Pasolini, il filone di "Mery per sempre" e "Ragazzi fuori," ecc.) ma senza dimenticare la lezione del cinema indipendente americano di oggi (Kids, American History X, Eastern Promises, Alpha Dog, Drive, ecc.). Si rivolge a un pubblico quanto più ampio e differenziato, e non solo ad una nicchia di 'esperti'. Propone una visione ampia del problema, ma non dimentica la dimensione spettacolare e di gradimento visivo, emotivo e di intreccio. "Sole Nero" non propone soluzioni. Tenta di indicare dove si annidano i problemi, dove puntare il bisturi, cogliendo anche, se possibile, elementi di riscatto: una possibile luce in fondo al tunnel, luce della quale si sente fortemente la necessità...