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L'abbazia dei SS. Pietro e Paolo di Cerreto, nei pressi di Lodi, fondata alla fine del secolo XI ed entrata nel 1139 nella galassia cistercense, sintetizza in sé la definizione del confine come membrana vivente, come elemento di contatto, trasmissivo e non limitativo, più che di separazione, sia per le sue strategie di radicamento patrimoniale, sia per la capacità di costruire reti di relazioni politico-istituzionali al confine tra i comuni di Milano, Lodi, Cremona e Crema, alle cui mire espansionistiche fece fronte proponendosi come soggetto autonomo in grado di organizzare il territorio. Di confine il monachesimo del Cerreto può a buon diritto essere definito anche per avere vissuto la cesura del passaggio dal modello benedettino 'tradizionale' a quello cistercense, con evidenti trasformazioni sul piano istituzionale, della gestione della terra e, non ultimo per importanza, nell'introduzione di forme e linguaggi nuovi nell'arte e nell'architettura della Lombardia medievale.