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"Un brutto giorno ci siamo sentiti dire: "Tutti in quarantena!". In quel momento l'emergenza maggiore per tanti è stata inventarsi qualcosa per pensare il meno possibile ai rischi di una pandemia. È stato così anche per me; questo libro è nato per vincere uno stress non indifferente ed anche per far partecipi altri di vicende assolutamente vere. Poi, visto come cucino, è stato molto meglio aver deciso di "sistemare" un po' di ricordi piuttosto che aver cercato di inventare piatti improbabili. Più di un intestino, sono sicura, mi è stato riconoscente."