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In questa "Vita di Cesare", ridotta in forma teatrale, l'autore intende presentare i conflitti nella società romana della tarda Repubblica impegnata nelle guerre civili e culminata con l'uccisione di Cesare. Tali conflitti si rivelano come uno dei tanti passaggi della storia in cui l'aggressività (fattore costituzionale dell'uomo) si esprime al massimo grado di distruttività. Ciò insegna che, nell'analisi delle lotte sociali di classe e nei tentativi di cambiamento, non si può non tener conto di quella che Freud definì come "la generale predisposizione pulsionale umana".