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"Assai meno famoso di Shakespeare, Pier Paolo Sancin sembra pensare che quella che crediamo realtà sia, piuttosto, un incubo, o in un incubo possa tramutarsi. I suoi racconti sono, in massima parte, quadri allucinati di inquietudine e vivido iperrealismo, in cui la realtà è metodicamente distorta, con una capacità d'invenzione visionaria che spiazza, confonde e turba (non poco) il lettore. In tal senso il suo lavoro rientra di diritto, più che nelle categorie del bizzarro e dell'assurdo, in quella del fantastico "capace - secondo Todorov - di evocare nel lettore scene irreali rendendole credibili" grazie a una puntigliosa, costante mutazione del banale quotidiano in mondi ed eventi altri".