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Alla fine del Cinquecento il conflitto tra veneziani e ottomani sembra attenuarsi, ma un nuovo pericolo si affaccia sull'Adriatico: predoni che assaltano navi mercantili, svuotandole del loro carico e uccidendo comandanti e marinai che osino opporsi. Autori di questi misfatti sono gli uscocchi: una popolazione che fugge dai Balcani invasi dai turchi e cerca un ruolo nel Golfo di Venezia, trovandolo alla fine nella più illecita tra le attività umane, ovvero la pirateria. Una dolorosa spina nel fianco della Repubblica, già sulla via del tramonto per la crescente importanza delle rotte atlantiche e per la sfibrante rivalità con l'Austria. Poco serve la potente flotta della Serenissima per annientare gli uscocchi i quali, di proposito, evitano ogni scontro frontale per agire con inattese azioni frutto di loro indubbie qualità: conoscenza della navigazione, forza fisica, disponibilità di un porto sicuro e di barche agili, capacità di affrontare il mare anche in condizioni proibitive.