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Questa ricerca di Pietro Zovatto si accinge ad approfondire la figura di Maria Pasquinelli, bergamasca, che nel 1947 uccise un generale inglese a Pola per protestare e ribellarsi alla cessione dell'Istria alla Jugoslavia. Secondo lei i responsabili di questa ingiustizia erano gli inglesi che in quel periodo occupavano Pola. In questo contesto si delinea la personalità religiosa d'una donna condannata all'ergastolo nel suo rapporto epistolare con mons. Antonio Santin, ultimo vescovo di Trieste e Capodistria. Essa veniva guidata con mano forte e soave per riscoprire la consapevolezza d'essere cristiana, tra i problemi del chiedere "la grazia" al Presidente della Repubblica e dell'aiuto ai profughi. Mentre, nella detenzione di Firenze, intratteneva rapporti non sempre chiari entro e fuori dei confini dell'Italia.